IL DONO DELLA VITA CONSACRATA - Novena a S. Chiara

 

PRIMO GIORNO - 2 AGOSTO: IL DONO DELLA VITA CONSACRATA

Dal Vangelo di Matteo (13,44-47)
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.  

Dal Testamento di s. Chiara, FF 2823-2925
Nel nome del Signore. Amen. Tra gli altri doni, che ricevemmo e ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie, per i quali dobbiamo maggiormente rendere grazie allo stesso glorioso Padre, c’è la nostra vocazione: e quanto più è grande e perfetta, tanto più a lui siamo obbligate. Perciò l’Apostolo dice: «Conosci la tua vocazione».  Per noi il Figlio di Dio si è fatto via, che ci mostrò e insegnò con la parola e con l’esempio il beatissimo padre nostro Francesco, di lui vero amante e imitatore.  Dobbiamo, quindi considerare, sorelle dilette, gli immensi doni di Dio a noi elargiti, ma tra gli altri, quelli che Dio si è degnato di operare in noi per mezzo del suo servo diletto, il beato Francesco nostro padre, non solo dopo la nostra conversione, ma anche quando eravamo nella misera vanità del mondo.

SECONDO GIORNO - 3 AGOSTO: LA CASTITÀ PER IL REGNO 

Dal Vangelo di Matteo (19,10-12)
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti, vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Dalla I lettera di S. Chiara a S. Agnese, FF 2862-2863
Amandolo siete casta, toccandolo sarete più pura, lasciandovi possedere da lui siete vergine; la sua potenza è più forte, la sua nobiltà più elevata, il suo aspetto più bello, l’amore più soave e ogni favore più fine.  Ormai siete stretta nell’abbraccio di lui, che ha ornato il vostro petto di pietre preziose e ha messo alle vostre orecchie inestimabili perle, e tutta vi ha avvolta di primaverili e scintillanti gemme e vi ha incoronata con una corona d’oro, incisa con il segno della santità. Perciò sorella carissima, o meglio, signora degna di ogni venerazione, poiché siete sposa e madre e sorella del Signore mio Gesù Cristo, insignita con grande splendore del vessillo della verginità inviolabile e della povertà santissima, rafforzatevi nel santo servizio del Crocifisso povero, che avete intrapreso con ardente desiderio; egli per noi tutti sostenne il supplizio della croce, strappandoci dal potere del principe delle tenebre, da cui eravamo tenuti incatenati per la trasgressione del nostro progenitore, e riconciliandoci con Dio Padre.

TERZO GIORNO - 4 AGOSTO: LA CASTITÀ PER IL REGNO

Dal libro del profeta Geremia (31, 31-34)
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: “Conoscete il Signore”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato».

Dalla I lettera di s. Chiara a s. Agnese, FF 2892-2893
Ecco, è ormai chiaro che per la grazia di Dio la più degna tra le creature, l’anima dell’uomo fedele, è più grande del cielo, poiché i cieli con tutte le altre creature non possono contenere il creatore, mentre la sola anima fedele è sua dimora e sede, e ciò soltanto grazie alla carità di cui gli empi sono privi, come afferma la Verità stessa: “Chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò, e verremo a lui e faremo dimora presso di lui”. Come, dunque, la gloriosa Vergine delle vergini lo portò materialmente, così anche tu, seguendo le sue orme, specialmente quelle di umiltà e povertà, senza alcun dubbio lo puoi sempre portare spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale, contenendo colui dal quale tu e tutte le cose sono contenute, possedendo ciò che si possiede più saldamente rispetto agli altri possessi transitori di questo mondo.

QUARTO GIORNO - 5 AGOSTO: LA POVERTÀ PER IL REGNO

Dal Vangelo di Matteo (19,16-22)
Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.  

Dalla II lettera di s. Chiara a s. Agnese, FF 2871-2873
Alla figlia del Re dei re, ancella del Signore dei signori, degnissima sposa di Gesù Cristo e perciò regina nobilissima, signora Agnese, Chiara, ancella inutile e indegna delle signore povere, invia il suo saluto e l’augurio di vivere sempre in somma povertà. Rendo grazie all’elargitore della grazia, dal quale, come crediamo, scaturisce ogni bene sommo e ogni dono perfetto, perché ti ha ornata di così numerosi titoli di virtù e ti ha decorata con le insegne di una così grande perfezione, che, resa amorosa imitatrice del Padre perfetto, meriti di divenire a tua volta perfetta, così che i suoi occhi non vedano in te nulla di imperfetto. Questa è la perfezione per la quale il Re stesso ti unirà a sé nell’etereo talamo, dove siede glorioso su un trono di stelle: poiché tu, stimando vili le grandezze del regno terreno e sdegnando le offerte di nozze imperiali, divenuta emula della santissima povertà in spirito di grande umiltà e ardentissima carità, hai ricalcato le orme di colui al quale meritasti di essere unita in sposa.

QUINTO GIORNO - 6 AGOSTO: LA POVERTÀ PER IL REGNO

Dal Vangelo di Matteo (19,23-30)
Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa, dunque, ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi.

Dalla III lettera di S. Chiara a s. Agnese
Alla signora in Cristo veneratissima e degna di amore più di tutti i mortali, sorella Agnese, germana dell’illustre re di Boemia: alle notizie della tua salute, della tua felice condizione e dei prosperi progressi, dai quali ti so piena di vigore nella corsa intrapresa per ottenere il premio celeste,  sono ripiena di così grande gioia e respiro di esultanza nel Signore, quanto posso fermamente constatare che tu supplisci in modo meraviglioso a ciò che manca, in me e nelle mie sorelle, nella sequela delle orme  di Gesù Cristo povero e umile. Davvero posso gioire e nessuno potrebbe strapparmi da così grande gioia, poiché ho ottenuto ormai ciò che ho bramato sotto il cielo: ti vedo infatti soppiantare in modo terribile e impensato le astuzie dello scaltro nemico, la superbia che è rovina dell’umana natura e la vanità che infatua i cuori degli uomini, sostenuta, per così dire, da una mirabile prerogativa di sapienza della bocca di Dio stesso;  e ti vedo abbracciare con l’umiltà, la forza della fede e le braccia della povertà il tesoro incomparabile  nascosto nel campo del mondo e dei cuori umani, con il quale si compra colui che dal nulla fece tutte le cose; e, per usare propriamente le parole dell’Apostolo, ti considero collaboratrice di Dio stesso.

SESTO GIORNO - 7 AGOSTO: L'OBBEDIENZA PER IL REGNO

Dal Vangelo di Matteo (20, 20-27)
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»

Dalla lettera di s. Chiara a Ermentrude
Rendi fedelmente a Dio ciò di cui hai fatto voto ed egli ti ricompenserà; carissima, guarda il cielo poiché ci invita; prendi la croce e segui Cristo che ci precede: infatti dopo varie e molte tribolazioni per mezzo di lui entreremo nella sua gloria.  Ama con tutte le fibre del cuore Dio e Gesù suo Figlio, crocifisso per noi peccatori, e non cada mai dalla tua mente il ricordo di lui; medita continuamente i misteri della croce e i dolori della madre ritta sotto la croce. Prega e sii vigilante sempre. E l’opera che hai bene incominciato portala a compimento con decisione e il ministero che hai assunto adempilo in santa povertà e sincera umiltà. Non aver paura, o figlia: Dio, fedele in tutte le sue parole e santo in tutte le sue opere, effonderà su di te e sulle tue figlie la sua benedizione e sarà vostro aiuto e ottimo consolatore; egli è nostro redentore ed eterna ricompensa. Preghiamo Dio a vicenda per noi, così, portando il peso della carità l’una dell’altra, adempiremo con dolcezza la legge di Cristo. Amen.

SETTIMO GIORNO - 8 AGOSTO: L'OBBEDIENZA PER IL REGNO

Preghiamo a cori alterni (Fil 2, 5-11):

Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio l’essere come Dio,

ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.

Dall’ aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome che
è al di sopra di ogni nome,

perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.

Dalla 1 lettera di s. Chiara a s. Agnese, FF 2868- 2870
Grande davvero e lodevole scambio: lasciare i beni temporali per quelli eterni, meritare i celesti al posto dei terreni, ricevere il cento per uno e possedere la vita beata senza fine. Perciò ho ritenuto di supplicare l’eccellenza e santità vostra, per quanto posso, con umili preghiere nelle viscere di Cristo, perché vogliate rafforzarvi nel suo santo servizio, crescendo di bene in meglio, di virtù in virtù, affinché colui che servite con tutto il desiderio dello spirito si degni di elargirvi la ricompensa bramata. Vi prego anche nel Signore, come posso, di tener presenti, nelle vostre santissime orazioni, me vostra serva sebbene inutile e tutte le altre sorelle, a voi devote, che dimorano con me nel monastero: con il loro soccorso possiamo meritare la misericordia di Gesù Cristo, per godere insieme con voi dell’eterna visione. State bene nel Signore e pregate per me.

OTTAVO GIORNO - 9 AGOSTO: CONTEMPLAZIONE

Dal Vangelo di Matteo (17, 1-8)
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

Dalla III lettera di S. Chiara a S. Agnese, FF 2887-2890
Chi allora potrebbe impedirmi di gioire per così numerosi e mirabili motivi di gioia? E non ti avvolga nebbia di amarezza, o signora in Cristo amatissima, gioia degli angeli e corona delle sorelle. Poni la tua mente nello specchio dell’eternità, poni la tua anima nello splendore della gloria, poni il tuo cuore nella figura della divina sostanza e trasformati tutta, attraverso la contemplazione, nell’immagine della sua divinità, per sentire anche tu ciò che sentono gli amici gustando la dolcezza nascosta che Dio stesso fin dall’inizio ha riservato ai suoi amanti.  E lasciate completamente da parte tutte quelle cose che in questo fallace mondo inquieto prendono ai lacci i loro ciechi amanti, ama con tutta te stessa colui che tutto si è donato per amore tuo, la cui bellezza ammirano il sole e la luna, le cui ricompense sono di preziosità e grandezza senza fine: parlo del figlio dell’Altissimo, che la Vergine partorì e dopo il cui parto rimase vergine. Stringiti alla sua dolcissima Madre, che generò un Figlio tale che i cieli non potevano contenere, eppure lei lo raccolse nel piccolo chiostro del suo sacro seno e lo portò nel suo grembo di ragazza.

NONO GIORNO - 10 AGOSTO: CONFORMAZIONE

Dal Vangelo di Giovanni (12, 1-8)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri, infatti, li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

Dalla IV lettera di s. Chiara a s. Agnese, FF 2902-2906
Guarda ogni giorno questo specchio, o regina sposa di Gesù Cristo, e in esso scruta continuamente il tuo volto, perché tu possa così adornarti tutta all’interno e all’esterno, vestita e avvolta di variopinti ornamenti, ornata insieme con i fiori e le vesti di tutte le virtù, come conviene a figlia e sposa amatissima del sommo Re. In questo specchio rifulgono la beata povertà, la santa umiltà e l’ineffabile carità, come potrai contemplare, per grazia di Dio, su tutto lo specchio. Guarda con attenzione – dico – il principio di questo specchio, la povertà di colui che è posto in una mangiatoia e avvolto in pannicelli. O mirabile umiltà, o povertà che dà stupore! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra è reclinato in una mangiatoia. Nel mezzo dello specchio poi considera l’umiltà santa, la beata povertà, le fatiche e le pene senza numero che egli sostenne per la redenzione del genere umano. Alla fine dello stesso specchio contempla l’ineffabile carità, per la quale volle patire sull’albero della croce e su di esso morire della morte più vergognosa. Perciò lo stesso specchio, posto sul legno della croce, ammoniva i passanti a riflettere su queste cose, dicendo: O voi tutti che passate per via, fermatevi e guardate se c’è un dolore simile al mio dolore; rispondiamo con una sola voce, con un solo spirito, a lui che grida e si lamenta: Sempre l’avrò nella memoria e si struggerà in me l’anima mia. Lasciati dunque accendere sempre più fortemente da questo ardore di carità, o regina del Re celeste!  Contemplando ancora le indicibili sue delizie, ricchezze e onori eterni e sospirando per l’eccessivo desiderio e amore del cuore, grida: Attirami dietro a te, correremo al profumo dei tuoi unguenti o sposo celeste! Correrò e non verrò meno, finché tu mi introduca nella cella del vino, finché la tua sinistra sia sotto il mio capo e la destra felicemente mi abbracci e tu mi baci col felicissimo bacio della tua bocca.

10 AGOSTO

Il Transito di Santa Chiara

Commemorazione del Beato Transito della Madre Santa Chiara

G: “Noi veramente felici! Ci è concesso di godere questo sacro Convito!”. Davanti a te Gesù, splendore dell’eterna gloria, chiarore della luce perenne e specchio senza macchia, vogliamo portare le nostre anime, perché con la tua grazia possiamo essere illuminati e trasformati da quell’ardore di Carità che rifulse a modello ed esempio nella vita di S. Chiara. Chiediamo a lei, fulgida luce di eterno chiarore di guidarci e accompagnarci in questa “visione”, …a questo “incontro”.

Dalla terza Lettera di S. Chiara alla Beata Agnese di Praga (FF 2888 - 2890)
Colloca i tuoi occhi davanti allo specchio dell'eternità, colloca la tua anima nello splendore della gloria, colloca il tuo cuore in Colui che è figura della divina sostanza, e trasformati interamente, per mezzo della contemplazione, nella immagine della divinità di Lui. Sì perché è ormai chiaro che l'anima dell'uomo fedele, che è la più degna di tutte le creature, è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo. Mentre, infatti, i cieli con tutte le altre cose create non possono contenere il Creatore, l'anima fedele invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno. A qual modo, dunque, che la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le sue vestigia, specialmente dell'umiltà e povertà di Lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel tuo corpo. E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature sono contenute.

G.: In silenzio …ancora in questo pezzetto di specchio, restituiamo umilmente la bella Immagine che è in noi, …che siamo noi! Illuminate dallo Spirito Santo, immerse nello sguardo di Dio, facciamo cantare questa bella immagine, nella lode e nella gratitudine, perché desiderate, amate, volute, abitate! …con tutto ciò che siamo, oggi, ora!

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15, 1-11)
Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

G: Chiara, giunta al termine della sua vita, la trova piena di amore e di tenerezza, segnata in ogni istante dalla presenza di Dio. Su di Lui ella ripone la sua fiducia per ciò che l’attende: la vita sulla terra e la vita dell'aldilà sono illuminate dalla benedizione di Dio. Immersa in questo abbandono fiducioso, Chiara, sul letto di morte, benedice la vita e colui che gliel'ha donata.

Dalla leggenda di Santa Chiara (FF 3246 – 3254)
“Il Beato Transito della madre Santa Chiara”
Da ultimo la vedono agonizzare per parecchi giorni prima della fine: e cresce in questo tempo la fede della gente e la devozione popolare. Ogni giorno è anche onorata, come già santa, dalla visita assidua di cardinali e di prelati. E, ciò che è evento meraviglioso ad udirsi, pur non potendo prendere alcun cibo per diciassette giorni, fu dal Signore sostenuta con tanta fortezza che era lei a confortare, esortandoli al servizio di Cristo, tutti quelli che venivano a visitarla. Infatti, esortandola il buon frate Rainaldo alla pazienza nel lungo martirio di così gravi infermità, con voce perfettamente libera da forzature gli rispose: «Da quando ho conosciuto la grazia del Signore mio Gesù Cristo per mezzo di quel suo servo Francesco, nessuna pena mi è stata molesta, nessuna penitenza gravosa, nessuna infermità mi è stata dura, fratello carissimo!». Poi, facendosi più vicino il Signore e già quasi stando sulla soglia, Chiara vuole che le stiano accanto sacerdoti e frati spirituali, che le ripetano la Passione del Signore e sante parole. E appena tra di essi le appare frate Ginepro, famoso per saper vibrare ardenti giaculatorie al Signore, con calde parole dal cuore, animata da rinnovata letizia gli chiede se abbia lì pronto qualcosa di nuovo riguardo al Signore. Ed egli, aprendo la bocca, dalla fornace del cuore ardente libera fiammeggianti scintille di parole, e la vergine di Dio trova grande consolazione nelle sue parabole. Infine si volge alle figlie in lacrime, raccomandando loro la povertà del Signore e ricorda lodando i benefici divini. Benedice devoti e devote sue e implora larga grazia di benedizione su tutte le figlie, sia presenti che futuri.

Canto

Sono lì presenti quei due benedetti compagni del beato Francesco, dei quali uno, Angelo, lui stesso in lacrime, consola le afflitte; l’altro, Leone, bacia il giaciglio di Chiara morente. Piangono le figlie desolate il distacco dalla loro pia madre e la accompagnano con le lacrime mentre se ne va, sapendo che non la vedranno più. Volgendosi poi a sé stessa, la vergine santissima parla silenziosamente alla sua anima: «Va’ sicura – le dice – perché hai buona scorta, nel viaggio. Va’, perché Colui che t’ha creata, ti ha santificata e sempre guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero amore». «E tu, Signore – soggiunge – sii benedetto, che mi hai creata». Interrogandola una delle sorelle a chi stesse parlando, rispose: «Io parlo all’anima mia benedetta». E ormai quella gloriosa scorta non era molto lontana. Volgendosi infatti a una figlia, le domanda: «Vedi tu il Re della gloria, che io vedo, o figlia?» Su un’altra pure si posò la mano del Signore e con gli occhi del corpo vide tra le lacrime una beatificante visione. Trafitta invero dal dardo di un profondo dolore, volge lo sguardo verso la porta della casa: ed ecco, entra una schiera di vergini in bianche vesti e tutte hanno ghirlande d’oro sul capo. Si avanza tra loro una più splendente delle altre, dalla cui corona, che appare alla sommità come un turibolo traforato, s’irradia un tale splendore da mutare in luce del giorno l’oscurità della notte tra le pareti della casa. Si avvicina al lettuccio, dove giace la Sposa del Figlio e, chinandosi su di lei con tenerissimo amore, le dona un dolcissimo abbraccio. Le vergini distendono un pallio di meravigliosa bellezza e, tutte a gara servendo, rivestono il corpo di Chiara e ne adornano il talamo.

G: Indi, il giorno successivo alla festa del beato Lorenzo, quella santissima anima esce dalla vita mortale, per essere premiata con l’alloro eterno; e, disfatto il tempio della carne, il suo spirito passa beatamente al cielo. Benedetto quest’esodo dalla valle della miseria, che fu per lei ingresso nella vita beata! Si rallegrino i santi, Chiara entra splendente nella gloria eterna.

Canto

Dal Testamento di S. Chiara (cfr FF 2823 – 2830)
Tra gli altri benefici, che abbiamo ricevuto ed ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie, per i quali siamo molto tenute a rendere a Lui glorioso vive azioni di grazie, grande è quello della nostra vocazione. E quanto più essa è grande e perfetta, tanto maggiormente siamo a lui obbligate. Perciò l'Apostolo ammonisce: «Conosci bene la tua vocazione».

Con quanta sollecita disponibilità e con quanta applicazione di spirito e di corpo dobbiamo perciò eseguire i comandamenti di Dio e del padre nostro Francesco, perché, con l'aiuto divino, possiamo riconsegnare a lui, moltiplicati, i talenti) ricevuti!
Infatti, proprio il Signore ha collocato noi come modello, ad esempio e specchio non solo per gli altri uomini, ma anche per le nostre sorelle, quelle che il Signore stesso ha chiamato a seguire la nostra vocazione, affinché esse pure risplendano come specchio ed esempio per tutti coloro che vivono nel mondo.
Avendoci, dunque, Egli scelte per un compito tanto elevato, quale è questo, che in noi si possano specchiare tutte coloro che chiama ad essere esempio e specchio degli altri, siamo estremamente tenute a benedire e a lodare il Signore, ed a crescere ogni giorno più nel bene.

G: O Chiara beata, tu che, infiammata dal fuoco dell'amore, con corsa veloce e passo leggero, hai seguito le orme del Signore, scegliendo di vivere secondo la perfezione del santo Vangelo in Santa Unità e Altissima Povertà, concedici di poter, come te, collocare i nostri occhi davanti allo specchio dell'eternità, per trasformarci interamente nell'immagine della divinità di Lui. Amen

Canto finale